Quando ti danno elementi di un film, pochi, dosati col contagocce e liberi di cavalcare nella valle della creazione mentale, ti chiedi: Cosa voglio di più?
Ed eccolo lì, quel margine che ti da fastidio, quel candito che se non ce lo mettevano nel panettone forse forse ti piaceva anche...
Gli elementi: film, anni 60. Protagonista un italiano, una pistola, un poliziotto, un'auto rubata, dei soldi da recuperare, un incontro con una vecchia fiamma. Lei, giovane e bella, giornalista in erba. La cornice: Parigi. Il fatto: lui uccide un poliziotto, lei scopre che il suo amato è un criminale e, combattuta, lo denuncia. Il crollo: l'amore, forse, vince sempre, ma la morte ha comunque l'ultima parola.
Mescolare il tutto in... 30 righe!
Ecco una versione del mio compitino per casa... Andate e distruggete!
L’ultimo respiro
La pioggia cadeva inesorabile, fitta come la tela d’un ragno. Patricia attraversò la strada verso il bistrot. César stava pulendo i tavoli; quando lo vide, si sentì sollevata.
Patricia sedette vicino alla finestra, era quasi ora. La polizia dall’altro lato della strada era pronta a intervenire; Paolo stava per arrivare, forse aveva recuperato i soldi, ma lei cosa gli avrebbe detto?
Un tintinnio, la porta del bistrot, qualcuno era entrato e aveva salutato César. Patricia guardò di nuovo la foto su Le Monde, era proprio lui. Lo sguardo indugiò pochi secondi, poi capì che stava commettendo un errore gravissimo. L’avrebbe perso, per sempre? Non lo sapeva, ma se tornava sui suoi passi proprio ora, avrebbe perso se stessa. Era una giornalista e poi non poteva... non poteva coprire un criminale.
Un criminale, solo a questo riusciva a pensare, Paolo era un criminale. Aveva ucciso un poliziotto, l’avevano riconosciuto, lei l’aveva riconosciuto. E quei soldi, chissà da dove venivano, chi doveva incontrare, dove, perché? Un criminale; due mesi prima, a Malta, pensava fosse bello, con quei capelli un po’ lunghi e biondo cenere, non sembrava nemmeno italiano. L’aveva amato, ma ora? Alzò lo sguardo, l’orologio del bistrot segnava le dodici; le lancette giunte come mani in preghiera le fecero pensare all’India, potevano sempre scappare là. Ma Paolo voleva andare a Roma; lei Roma non l’aveva mai vista ma sapeva che l’avrebbe accolta a braccia aperte. Paolo, invece, cos’avrebbe fatto? Non poteva pensarci, un uomo era morto e la colpa era sua, non poteva negarlo. Un tuono e Patricia alzò lo sguardo. Un poliziotto girava tra i passanti, fingendo indifferenza; poi, lo vide arrivare.
Paolo parcheggiò l’auto, lei non l’aveva mai vista, magari era rubata. Lo vide prendere la giacca e un bel mazzo di fiori. Si voltò e la salutò; il poliziotto lo vide e lentamente cominciò ad avvicinarsi. Poi tutto accadde velocemente.
Paolo si stava mettendo la giacca, quando una pistola gli cadde dalla tasca, la raccolse in fretta per metterla via, ma poi si accorse del poliziotto. Attraversò di corsa la strada per scappare, gettare l’arma da qualche parte; Patricia vide la scena e corse in strada, voleva avvertirlo, avrebbe voluto gridargli di scappare, che era una trappola.
Dicono che quando muori rivedi tutta la tua vita, in pochi istanti. Patricia, china su Paolo, pensò che lui, forse, avrebbe rivisto solo il suo volto. I colori dei petali sparsi a terra e sul cofano della macchina che l’aveva investito, erano sfocati, come ovattati dalle lacrime, mentre Patricia, la voce rotta dal pianto, sospirava piano e, morendo dentro, gli chiedeva perdono.
5 commenti:
Bello, e mi piace anche l'idea dell'esperimento..ti sei iscritta ad un corso di scrittura creativa tenuto da te stessa?
ps. I libri sono: Il negozio dei suicidi, di Jean Teulè copertina gialla e titolo nero, e la Follia di Bamvard, di Collins Paul, solita edizione rosso conformista di Adelphi.
Buona lettura, aloa!
grazie per i titoli! :D
No, niente scrittura creativa...era un esercizio per il Master..e oggi, visto che l'abbiamo anche corretto, posso dire che il prof tra le mille correzioni ha anche detto che va bene! :D
Bello, e poi, queste storie tormentate sono sempre piacevoli da leggere, se poi ci metti che scrivi bene...!!!
Master? che master? Io ho pensato che fossi diventata un'alunna di Lollo!
Ciao! : )
grazie! è ancora in evoluzione, poi vedrò di mettere il testo finale, se viene carino!
il master è in traduzione... e non chiedermi perché famo sta roba a un corso di italiano per traduttori, troppo lunga da spiegare! :D
Bello Ele!Mi piace molto il finale..Paolo è molto affascinante..arf,arf!hihii!
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