venerdì 7 maggio 2010

Home sweet home...

Un pensiero per i miei amici, loro sanno!

Piove, ci sono lampi su tutta la città e la pioggia, dicono, porta il fresco, sciacqua lo sporco dei giorni passati.
Ecco, i giorni passati.

Sgattaiolo nell'altra casa. Di là, come l'ho sempre chiamata.
Non c'è luce, ma non ne ho bisogno per camminare senza far rumore.
No, non perché ho il cellulare a farmi luce; non ne ho bisogno perché è casa mia e ricordo ogni angolo
di quel posto. Ne ho una foto stampata nella mente.
Ecco sì, proprio una foto.

Fuori tuona, ed è l'unico rumore insieme alle ciabatte che strusciano sui cartoni a terra, che coprono il parquet.
Vedo una birra cadere, del vino sparso, pop corn, patatine e mille altre cose che in realtà non ci sono.
Le righe sul legno sono solo coperte; sono quelle lasciate dalle sedie strusciate, quelle del tempo.
E poi, al buio, mi rendo conto che ne è passato parecchio e che la mia casa c'è, ma non c'è più.
Mi accorgo all'improvviso che non avrò più la mia camera, ah, quanto avrebbe da raccontare.
Capisco che non avrò più la cucina, con quello sportello ad angolo dove non arrivavo mai a prendere i bicchieri di plastica.
E un mucchio di altre cose che non sto a dirvi.
Sorrido, pensando che forse tra qualche mese avrò una macchinetta del caffé che farà un caffé decente che io, comunque,
non berrò e che, come ai vecchi tempi, probabilmente non preparerò più per i miei amici.
No, non è perché non glielo offrirò, ma è perché i miei amici sono i miei fratelli, una parte della mia famiglia e quindi sono a casa loro
se vogliono prepararsi il caffé.
Ecco. La foto che ho in mente è questa e al diavolo il buio e le parole.
Al diavolo le foto vere, quello che non si cancella sono i ricordi e quindi il tempo non passa.

Non ricordo da quanto ci conosciamo, non mi importa più, non ha più molto senso in alcuni momenti.
Non ricordo quando è stata la prima volta che ci siamo riuniti tutti in quel grande salone, con il tavolo rotto e il lampadario troppo basso,
per giocare, bere, chiacchierare, sparlare e dire cazzate.
Certo, ho molte foto di tanti bei momenti, e per la paura di qualcuno anche dei video.
Sorrido, di tanto in tanto li riguardo, anzi me li rivedo nella mente.
Siete voi, intorno a un tavolo, voi che entrate in casa con Luna che abbaia per il biscotto, con Indiana che fa la pipì in giro,
voi che portate una bottiglia di vino, casino e risate. Voi che siete entrati nella mia vita e che sapete dall'inizio che questo post
sarebbe stato lungo, poetico, melenso, che per quello che scrivo mi prenderete un pò in giro ma che sapete già di cosa sto parlando.

Già, lo sapete, non fate finta di non capire. Perché io vi spezzo le gambe, come dico sempre quando m'incavolo e punto i piedi.
Se avessi ancora il mio forno vi preparerei una torta, se avessi il mio salone, vi inviterei a entrare, se avessi il divano vi inviterei a vedere un film
per scoprire ai titoli di coda, tutti insieme, che ci siamo addormentati perché eravamo stanchi.
Ecco, la stanchezza.

Il tempo passa, non ci possiamo fare niente.
Guardate la mia casa, non c'è più.
Al suo posto restano quelle serate, quelle non le abbatterà mai neanche un martello da muratore.
Al suo posto ci sono i ricordi, e nessuna foto potrà renderli più vividi.
Al suo posto ci siamo noi, tutti. Le litigate, gli scazzi, le risate, e tutto quello che c'è nel mezzo.
Al suo posto ci sarà un altra casa, un altro salone e un'altro divano.
Eppure noi saremo sempre gli stessi... allora mi chiedo, il tempo passa davvero?
Forse.
Abbiamo i nostri impegni e ne sono felice, le cose cambiano e per alcuni si complicano, ma noi abbiamo qualcosa in comune,
siamo i Goonies o no? Certo che lo siamo, cavolo!

Sì, lo so, sembrerà esagerato scrivere queste cose quando il motivo è "la nostra serata", giocare, riunirci intorno a quel tavolo.
Ma so che mi capite, perché anche se abbiamo già fatto questo discorso altre volte, promettendo di non far tardi, di scrivere sul forum,
di avvertire cambi di programma improvvisi, ci siamo ricascati di nuovo, eppure abbiamo sempre ricominciato.
Ecco, sappiate che io ricomincio sempre, perché questa, per me, è una cosa che conta.
Perciò, brutti stronzetti, tiro i dadi e lascio a voi fare i conti...

Tuona, e al buio nel mio salone vuoto, pieno di calcinacci, l'unica cosa che vedo siamo noi.
Perché casa è dove siamo.