martedì 27 novembre 2007

La Battaglia di Alex. Capitolo Cinque (Prima Parte)

Sabato, ore 01.30

Qualcuno aveva finito i popcorn.
Qualcuno aveva finito la birra.
Qualcuno stava vomitando di brutto, nel bagno vicino alla camera di Linda.
La porta era aperta e un paio di scarpe da ginnastica consumate spuntavano fuori.
Il Ghiro allungò la testa per vedere chi era il poveraccio che pregava Dio solo a metà di una di quelle serate che sai quando cominciano ma non sai quando finiscono.
La figura piegata carponi non sembrava assomigliare a nessuno che conoscesse, così il Ghiro tirò dritto verso la cucina.
Un paio di minuti e i popcorn avrebbero cominciato a scoppiettare nel microonde.
Le birre, invece, stavano sul micro terrazzo, a prendere il fresco, perchè il frigo era pieno di super alcolici.

"Oh, bella."
"Ciao. Ma chi è che vomita in bagno?"
"Bho... io manco me ne ero accorta. Senti tra una paio di minuti riattacchiamo con un'altro film, che fai vieni?"
Il Ghiro guardò Linda con sguardo liquido, lei si stava versando una specie di intruglio, qualcosa tipo RedBull, Whiskey, e Cola. Sorrideva.
"Si. Finisco con i popcorn, stappo una birra e vengo di là."
"Okay, ma di birre prendine un paio. Dai, aspetta che ti dò una mano."
Il Ghiro spesso dormiva, era ovvio, ma questa volta era abbastanza sveglio per capire che Linda quando sarebbero tornati su quella sottospecie di divano arrangiato nel salotto si sarebbe seduta vicino a lui e che, altrettanto sicuramente, avrebbe poggiato la sua testolina mora sulla sua spalla ossuta proprio sulla scena clu del film.
Era sua.
Era sicuro.

Alex osservò il Ghiro e Linda rientrare nella sala; si capiva lontano un miglio che c'era una certa intesa, ma quello che non capiva era come facesse Linda ad apprezzare uno strano come il Ghiro. Comunque, non erano affari suoi e, dopotutto, lui era lì solo per parlare con Susy.
Ma Susy non c'era.
Mancava da quasi un'oretta, era uscita a comprare le sigarette con un'amica, una che non aveva mai visto, perchè Bea stava vomitando in bagno, o forse si era addormentata da qualche parte vicino al bagno.
Il film che stavano per vedere era un classico da vergognarsi, Arancia Meccanica, ma Alex, che ovviamente lo conosceva a memoria, non riusciva ad alzarsi dal divano perchè quello era il film che aveva scelto Susy... e la porta dell'ingresso si era appena aperta.
Susy e l'amica non meglio identificata erano tornate.

"Susy, dai che mettiamo Arancia. Sbrigati è il film che hai scelto tu."
"Eccomi eccomi, oh il distributore mi ha fregato i soldi, quindi niente resto!"
Alex la guardava dal basso mentre si sedeva vicino a lui. Non capiva come mai avesse scelto proprio quel film.
"Allora, Alex" gli disse lei sorridendo, "Visto? Ti ho pensato e anche se è un classico... l'ho scelto comunque."
"Be', che ti devo dire? Lo adoro. Lo sai."
"Si, lo so."
"Oh fatela finita che comincia e qua Bea non l'ha mai visto!"
"Voi intanto iniziate, io vado a prendere da bere."
"Ti dò una mano."
Alex s'era alzato svelto come un gatto e aveva seguito Susy in cucina.
Dal bagno arrivava un odore di vomito fresco.
Chiuse la porta.
"Oh, Susy ma stai qua?"
"Si si, solo che s'è fulminata la lampadina"
"Ah, attenta che c'è un casino di robba per terra."
"Apri il frigo che fa luce."
"Ti aiuto con la robba da bere."
"Sai una cosa?"
"No, cosa?"
"Io lo conosco a memoria quel film."
"Idem"
"Odio quelli che rispondono idem"
"Scusa"
"Prendi il rum."
"Niente rum."
"Allora una tequila."
"E a che brindiamo?"
"Chi dice che brindiamo?"
"No.. pensavo..."
Susy si avvicinò al frigo, prese la tequila e ne versò un pò nel bicchiere da shot.
"Allora, mi fai compagnia o no, gringo?"
"Ovvio, chica."
"Pff.. Ma falla finita."
"Insomma, non lo vediamo il film?"
"Ma non lo conoscevi a memoria?"
"Si, ma lo voglio vedere comunque."
"Io no."
"Allora perchè l'hai scelto?"
"Perchè anche se non lo vedo è come se lo avessi visto dato che l'ho già visto"
"Ah."
"Che fai, mi assecondi?"
"No no, figurati. Ho capito."
"Io credo di no."
"E che c'è da capire, sentiamo?"
"Guarda, lascia stare..."
"Io comunque non avrei scelto questo."
"E quale?"
"Bho, non so. Forse un classico dell'horror, se tanto ci dovevamo buttare sui classici.."
"Allora, magari, possiamo rimanere qui, chiacchierare fino alla fine di Arancia, finirci questa bottiglia di tequila, dire stronzate, e aspettare di mettere su un film horror. che ne dice sua signoria?"
"Dico che ci sto."
E così, mentre nella sala l'Alex in celluloide si divertiva a compiere efferati crimini, l'Alex reale si distruggeva il fegato insieme alla donna che gli stava distruggendo il cuore.
Poi, d'un tratto, finì la tequila.

lunedì 19 novembre 2007

La Battaglia di Alex. Capitolo Quattro (Seconda Parte)



Ore 18.00

Il Ghiro era già lì, Alex lo vedeva da un centinaio di metri, seduto sulla sedia di metallo fuori dallo Scacco. Cappottino sdrucito e un'aria da straccio per i pavimenti buttato da una parte con noncuranza.
Tutto come al solito.
Da lontano, Alex rallentò il passo per vedere se l'amico si girava, ma quello ciondolava una gamba alla Dylan Dog mentre infilava del tabacco nella pipa.
Che cosa gli avrebbe raccontato? Alex non s'era preparato un discorso; di solito lo faceva, a volte caricava anche i suoi racconti con particolari piccanti distorcendo la verità quel tanto che basta per renderla più interessante. Ma al Ghiro non si poteva mentire che se gli sfuggivano molti dei significati della vita, certe storie, raccontate come favole per i bambini davanti a un vodka martini, proprio non gli si potevano tener nascoste.
E poi, con i soliti cinque minuti di ritardo, sarebbe arrivato anche Rico.
E Rico l'aveva visto parlare con Susy, anche se si rotolava per terra ubriaco fradicio, l'aveva visto.

"Ciao."
"Ehilà, un tiro?"
"La pipa non mi piace. La fumava mio nonno."
"E immagino che non ti piace perchè non ti piaceva tuo nonno!"
"No. Mio nonno era uno ok. E la pipa, a lui, gli stava proprio bene tra le mani."
"Sarà... Allora, cos'è 'sta storia dell'appuntamento anticipato?"
"C'è che tra una mezza deve passare la coinquilina di Susy a riprendersi una giacca che s'è dimenticata da Chicca. Giacca di cui si da il caso io sia in possesso."
"E mi dica, signor Sherlock, ritiene queste motivazioni sufficenti per rispondere alla mia domanda oppure c'è dell'altro che vorrebbe aggiungere?"
"Falla finita."
"E dai, non rompere! è che 'sti giorni stavo rileggendo Doyle..."
"C'è altro. Da dove comincio cazzo?"
"In principio fu il verbo... Era così più o meno, no?"
"Bho, mi pare."

E Alex, mentre Rico gli mandava messaggi per scusarsi dicendo che si sarebbe venuto sicuro, ma che no, prima delle 18.30, il che voleva dire le 18.35, non sarebbe stato lì, Alex cominciò a raccontare.

"Bhè, non c'è molto da dire, sai. Susy non s'era vista quasi per tutta la sera. Vengo a sapere da Chicca che era fuori con uno, manco ti sto a dire chi, tanto non è questo l'importante. Il fatto è che mi ci sono incazzato, sì', perchè ero a casa di Chicca solo per lei e lei cosa fa?Esce e si ubriaca con 'sto tipo..."
"E vabbhè, comunque poi che è successo? Rico mi ha mezzo anticipato che vi ha visto insieme!"
"Rico si deve fare i cazzi suoi!"
"Oh, Alexbello, Rico è amico tuo da una vita. E poi gliel'ho estorto..che lo so che a 'ste feste qualcosa succede sempre. Dai, vai avanti."
"Si. Insomma, ero lì buttato da una parte e poi eccola che entra nella stanza, capelli sciolti birra in mano...una fica pazzesca."
"Mah, se lo dici tu."
"Ma zittati va'. Insomma, lei entra nella cazzo di stanza e ovviamente manco mi vede oppure fa finta. Io però ci provo lo stesso. Così ci salutiamo e poi bam..."
"Bam che?"
"No, che cominciamo a parlare. Non mi ricordo proprio benissimo di cosa o da dove abbiamo cominciato, però abbiamo parlato per mezzora di fila e quando era l'ora che andasse via si vedeva eccome che non le andava mica!"
"Ma scusa, ma di che avete parlato? E poi, come cazzo è possibile che sua altezza ti abbia concesso mezzora del suo tempo."
"Rispondo alla seconda: la birra fa miracoli. Aveva bevuto un po', e sembrava in vena di chiacchiere, quindi, e qui rispondo alla prima, abbiamo cominciato a parlare prima della casa di Chicca."
"E questo ci sta."
"Ci sta. Poi non so come siamo finiti a parlare di qualche prof. e poi su qualche autore. E la sai una cosa?"
"No."
"Bhè, l'ho trovata una conversazione strana. Voglio dire, non tanto per gli argomenti, che poi io lo sai, Ghiro, tu mi conosci, alla fine faccio il duro, ma poi quando mi va ci ragiono anche normale sulle cose..."
"Si vabbhè. Dicevi?"
"Eh, si, dicevo, una conversazione strana perchè non mi sono innervosito, non ho sudato come quando c'avevo quindici anni, e non ho manco provato l'impulso animale di saltarle addosso e basta. Hai capito che robba? Eravamo come solo io e lei, anche se c'era Rico che si rotolava a due metri. Io e lei. Bho.."
"Bho che?"
"Bho che mi sa tanto che, amici a parte, lei forse è uno dei pochi esseri umani dell'altro sesso con cui ho parlato senza cazzeggiare. Tipo...tipo una delle conversazioni più interesasnti, tranquille e insieme assurde che mi sia mai capitata. Una ficata pazzesca."
"Ahahaha. Jesus!"
"Mbhè? Perchè ridi? Per una volta che faccio il serio...Lo sai che con te faccio il serio."
"Lo so, per questo rido. Io ho visto quello che tu ancora non hai capito...o meglio che non hai visto..."
Alex si gira e a pochi metri ecco comparire Susy con l'inseparabile coinquilina.

"Ehi! Siamo qui!"
"Ah, ciao. Dai Su, andiamo vah."
"Vai te, io mi prendo una cosa."
"Ciao, io sono Alex. Chicca mi ha dato la tua giacca."
"Si si, mi ha spiegato tutto. Oh, grazie mille eh!"
"Figurati"
"Mmm, senti, ma te e l'amico tuo, c'avete impegni domani sera?"
"Maaa, il sabato di norma è una serata jolly. Perchè?"
"No c'è che avrei organizzato una maratona di film..."
"Che film?"
"Mah, alcuni già decisi, altri potete proporli voi..Il tema in teoria ancora non c'è...Se volete, portate quello che vi pare. Tanto, l'indirizzo lo sai. Alle 22. Se vi va passate, ok?"
"Si vedrà, grazie!"
Alex aveva visto Susy scambiare due chiacchiere con l'amica, poi Linda, l'amica, era andata in bagno e Alex aveva colto l'occasione al volo.

"Ciao.."
"Ah, Alex. Ciao!"
"Allora, come va?"
"Bene. Quel tuo amico s'è ripreso dopo ieri notte?"
"Eh, si si, tutto appostissimo. E tu, tutto bene?"
"Non c'è male. Allora, bella chiacchierata eh!?"
"Già, mi ha fatto piacere. Se vuoi possiamo replicare anche subito.."
"No, guarda. Ora ho da fare, dobbiamo organizzare tutto per domani sera.."
"Già, immagino. Oh, comunque io ci sono eh!Contaci."
"Come vuoi, alla fine anche io..cioè noi... si insomma Linda s'è decisa all'ultimo..."
"No ma figurati ci sono eccome!"
"Bhe, pensavo sai è sabato magari avevi da fare..."
"IO? No, e poi adoro le cose di film.."
"Maratone."
"Quelle."
"Bhe, allora..ci si vede domani."
"Contaci!"
"Cia'"

Susy si allontanò come Mary Poppins, sollevata dalla brezza leggera e dalle foglie del viale che giravano in un turbinio di scricchiolii.
Alex era incredibilmente serio.
Quell'ultimo saluto, quello scambio di battute..quella cazzata sulla maratona dei film...
Ancora una volta, mentre la luce del lampione urlava al viale la sua artificialità e Baudelaire dall'alto dei suoi paradisi artificiali gli tornava alla mente e lo derideva, Alex si rese conto che quella non era davvero la solita settimana.
Quella...era solo un ricordo.

domenica 11 novembre 2007



Prima notizia: scopro con sorpresa che il mio piccolo blog è stato segnalato sul sito di MALATEMPORA.
Ringrazio i ragazzi del sito per le belle parole, speriamo portino fortuna!

Seconda notizia: ho il pc sfondato quindi non so quanto potrò riaggiornare il blog e andare avanti con La battaglia di Alex.

martedì 6 novembre 2007

La battaglia di Alex. Capitolo Quattro (Parte Prima)

Venerdì ore 10.00

La lezione era di quelle da coma irreversibile, e Alex, come al solito, sonnecchiava scarabocchiando sul quaderno degli appunti aspettando il momento per tirare fuori uno di quei libri che s'era imposto di leggere per l'allenamento. Quel giorno gli toccava finirsi Orgoglio e Pregiudizio e non riusciva a capire, nonostante la storia fosse abbastanza scontata,perchè le parole di quella cinica scrittrice lo continuassero a tenere incollato alla pagina.Così, si perse nelle ultime 50 pagine, sfogliando e sbadigliando al mattino che avanzava lento tra le finestre della classe mezza vuota.

Venerdì ore 14.30

Anche quel pomeriggio il pranzo era stato pessimo:
-un tramezzino
-un pezzo di pizza
-una birretta con i compagni di corso
La lezione, invece, era una delle sue preferite, "Il romanticismo inglese dal verso al dipinto". Anche se poteva sembrare palloso, il corso affrontava temi interessanti e il professore cercava collegamenti con la pittura. Alex non ci capiva un tubo di pittura, ma amava invece quei versi pieni di realtà e mistero, affumicati dalla vita sregolata dei poeti e, ne era certo, dal piacere delle belle donne. L'unica cosa che non capiva era perchè si parlasse davvero poco di Blake, quando poi era da lì che partiva quasi tutto.
Quel pomeriggio, tuttavia, Alex era impegnato in altri pensieri ed esplorava mondi e vite alternative in attesa del solito appuntamento per l'aperitivo allo Scacco.
Che diavolo avrebbe raccontato agli amici della sua chiacchierata con Susy? Sapeva che non poteva inventare cazzate; Rico, anche se era ubriaco, li aveva visti insieme e sapeva che la serata, per Alex, s'era assottigliata in quei trenta minuti di chiacchiere.
Così, pensò, non avrebbe avuto scelta, doveva raccontare la verità nient'altro che la verità, ma dopotutto si rese improvvisamente conto che quella storia da rimorchio notturno sarebbe stata l'unica diversa e che forse quel pomeriggio i suoi compari l'avrebbero ascoltato come le vecchiette ascoltavano i preti alla messa in latino tanti tanti anni prima.

Finita la lezione, però, squillò il cellulare e Alex si ritrovò catapultato in una di quelle realtà alternative dove scopri che esiste un altro te completamente diverso.
Al telefono era Chicca.

"Alex, sei te?"
"Si, ma chi è?"
"Chicca. Bhè senti, a casa mia ho trovato una giacca."
"E allora?Io non avevo la giacca ieri..."
"Scemo, guarda che non è tua."
"E da me allora che vuoi?Ma poi il numero chi te l'ha dato?"
"Me l'ha dato Stew, l'ho incontrato stamattina.Senti, dopo che ti spiego perchè ti chiamo mi dovrai un favore.."
"T'ho già detto che non mi va di uscire con te..."
"Ma fossi scema!Ieri scherzavo, ero solo un po' brilla.Dicevo, la giacca credo sia della coinquilina di Susy, com'è che si chiama?"
"Bho non lo so..Ma io che c'entro?"
"Vabbhè, è che m'ha chiamato per riprendersela ma io sono fuori tutto il giorno, così pensavo che siccome conosci Susy magari potevi riportargliela tu."
"Io?Ma io la cazzo di coinquilina di Susy non la conosco.."
"No, lo so, però conosci Susy. Dai fammi sto favore..ti lascio il cellulare di questa tizia e vi mettete daccordo."
"No senti, non c'ho soldi, lasciagli il mio e mi chiamasse lei. Io dalle 18.30 sono allo Scacco, se mi vuole sono lì.Guarda tu che palle..."
"Ma sei scemo o cosa? Voglio dire, guarda che lei e Susy girano sempre insieme..se non te ne sei accorto ti sto facendo un favore.."
"Mmm, si vabbhè, dai scusa, poi ti offro un caffè eh. Adesso passa a casa da me che mi dai sta giacca e la facciamo finita."
"Ma il caffè me lo offri dopo una cena?"
"Oh, adesso non esagerare..Ci becchiamo tra una mezz'ora."

Alex rimase a guardare il cellulare, intontito.
Dover fare un favore a Chicca lo scocciava, perchè era universalmente risaputo che Chicca ti si attaccava come la gomma da masticare sui capelli, però era vero, gli stava dando l'opportunità, la vaga speranza, di rivedere Susy a meno di ventiquattr'ore dall'ultimo incontro.
Afferrò lo zaino e in fretta e furia si precipitò a casa, cercando di salvare il salvabile.
Programma del pomeriggio:
-mettere apposto la stanza
-farsi una doccia
-chiamare il Ghiro e confermare la punta, anzi no, gli sarebbe servita una mezz'ora in più per raccontargli tutto.

Prossima meta:
Lo Scacco ore 18.00