mercoledì 10 dicembre 2008

MaryP. e il viale senza ciliegi.(Parte 3)

La pioggia cadeva fastidiosa, fina come la tela di un ragno, fitta come una spazzola setosa.
Oscuro era appoggiato contro un muro, il mantello bagnato pesava nero, come se qualcuno avesse preso la notte buia e senza stelle e l'avesse sciolta come cioccolata...
SuperS era in ritardo. Doveva esserci stato qualche problema, lui non era mai in ritardo.
Un fruscio scarlatto risuonò nel vicolo male illuminato, SuperS, fradicio come un pulcino, arrivò trafelato più del solito.

"Allora? Che fine hai fatto?"
"Scusami, sono in ritardo."
"Lo vedo. Ma come mai?"
"Non ho sentito la sveglia."
"Quale sveglia?"
"Quella sul comod-"
"Alt! Non voglio saperlo. Anzi, è meglio se ci diamo una mossa, non abbiamo molto tempo."
"Giusto. Hai tutte le indicazioni?"
"Puck il nanetto mi ha scritto tutto. Il posto è questo."
Oscuro indicò il vicolo e allungò un dito verso una porta, qualche metro più in giù.
La porta era in ferro battuto, un pò arrugginita e provata dal tempo, ma il posto, lo diceva la scritta luminosa, era quello.

Il Crossing Club era un luogo magico.
Sì, magico.
Cambiava spesso postazione, per non farsi intercettare dai controllori del mondo di là. Quelli, tutti lo sapevano, erano delle bestiacce. Certo, va detto che di fatto il Crossing Club si trovava sempre lì, che quella porta erano davvero secoli che veniva aperta e richiusa, aperta e richiusa. A cambiare non era di fatto quello che si vedeva dal vicolo, a cambiare e spostarsi era quello che c'era oltre la porta sul vicolo.
Oscuro e SuperS non sapevano bene come funzionasse, perchè il Crossing Club era parte di un altro mondo, di un'altra realtà di cui pian piano stavano scoprendo i confini e che forse avrebbe presto rappresentato un pericolo anche per loro.
Tuttavia, ignari di quello che li attendeva, si decisero a bussare.

"Chi vi manda?", grugnì una voce dall'altro lato della porta.
"Sei il Guardiano?"
"Chi vi manda?"
"Ehm... Ci manda Puck. Dobbiamo vedere Bok."
La voce non rispose subito, perplessa da quella strana richiesta.
Poi, la porta si aprì.
Quello che videro Oscuro e SuperS era una normale sala d'attesa, con divani color cannella, un tavolino con delle riviste e un grande orologio sulla parete.
"Il signor Bok non sapeva del vostro arrivo."
"Non abbiamo avvisato, sa com'è, un'emergenza."
"Non avete avvisato?"
"No... Non abbiamo avvisato, gliel'ho detto."
"Male, molto male. Al signor Bok non piacerà affatto."
SuperS guardò di sbiego Oscuro poi si mise a sedere sul divano color cannella, incrociò le gambe e cominciò a sfogliare una rivista.
"Ma che fai?"
"Aspetto, no?"
"No!!"
"Come? Non abbiamo un appuntamento."
"Per forza. Non abbiamo chiamato."
"Dovevi farlo tu, mi pare."
"Oh, certo! Ti pare, ma non ne sei sicuro. Vero?"
"Be', no. A dire il vero ne sono sicuro."
"Dimostralo!"
SuperS tirò fuori un fogliettino scritto a matita: una prova inconfutabile...
Dopo una mezzora, il guardiano tornò a chiamarli, il signor Bok era pronto a riceverli.
Arrivarono in una saletta con drappeggi e cuscini a terra, di mille colori caldi e accoglienti.
Nella stanza sontuosa, c'era un odore di carta e incenso, un camino acceso mandava allegri scoppiettii in fondo alla sala. Dietro una scrivania c'era una giovane donna. I capelli argentei le ricadevano sulle spalle nude, lisci come fili d'erba. Anche la ragazza sembrava fatta d'una strana materia, pareva evanescente e filiforme; Oscuro pensò che somigliasse a un segnalibro.
Su una poltrona era seduto un ragazzo, anche lui molto giovane.
I capelli lunghi e ricci erano d'un giallo quasi finto ed erano l'ammasso più intricato di materia che si conoscesse.

"Signor Bok?"
"Signore?"
"Dite a me?"
"Lei è il signor Bok?"
"Signore?"
"Amico, ma sei fuori?"
"Sono Oscuro, ehm... Signor Bok."
"E io SuperS. Ci manda Puck."
Bok si voltò, addosso aveva un paio di Rayban di vecchia data, neri e ben tenuti. Con un dito alzò l'occhiale sulla fronte, poi disse: "Mi venisse un colpo!".
"Sedetevi, ragazzi. Cavolo, prendetevi da bere."
"Bok, dobbiamo parlare. Sa perchè siamo qui?"
"Oscuro, giusto? Invece non ho afferrato il tuo nome."
"SuperS."
"Ah, giusto."
"Allora ci conosce?"
"No. Perchè dovrei?"
"..."
"Be', sputate il rospo."
"Magari lo fosse... "
"Cosa?"
"Un... Un rospo. Sarebbe più facile."
Bok guardò incuriosito SuperS.
"L'hai mai fatto?"
"Fatto cosa?"
"Ingoiare un rospo per poi sputarlo..."
"Be'... Ehm... Dipende..."
"Ma che dici! O l'hai fatto o non l'hai fatto."
"Allora credo di no. No, non l'ho mai fatto."
"Basta con le chiacchiere, non ho tempo da perdere io."
"Be'", intervenne Oscuro, "Nemmeno noi. Per questo siamo venuti subito da te, ehm da lei.... Oh insomma!"
"Puoi darmi del tu, Oscuro. Tutti lo fanno."
"Dobbiamo andare da OnceUponATime. E tu ci dirai come fare."
"Ehi ehi, frena. Forse, forse vi dirò come fare."
"Lo sapevo", disse SuperS scocciato. "Lo sapevo, è il solito ragazzino montato. Tsz, ora chissà, ci chiederà di affrontare delle prove e poi ci darà una bella chiave d'oro per aprire una misteriosa porta e altri oggetti del cazzo per andare da questo matusa..."
"Amico, ho detto forse perchè prima dovete sapere un paio di cose, per farvi capire chi avrete davanti."
"Be', allora moccioso, datti una mossa, il tempo stringe e abbiamo una tata da trovare."

Bok raccontò di OnceUponATime.
Cose già sentite, storie vecchie, trite e ritrite.
Once, come lo chiamava qualcuno, era un tipo schivo, ma allegro. Cambiava spesso casa, anche se nell'ultimo secolo più o meno era rimasto sempre allo stesso posto, concedendosi di tanto in tanto qualche breve vacanza.
Cambiava anche aspetto con estrema facilità, a seconda del momento, del tempo e del suo vezzo.
Era comunque un'istituzione. Creatura strana, un incrocio tra mondi passati e futuri, reali e irreali, in lui e grazie a lui, si concentrava l'Essenza. Nessuno sapeva bene cosa fosse ma era chiaro a tutti che doveva avere una grande importanza se Once era ancora in circolazione...
"Trovarlo non è sempre facile. Vedete, viaggia nelle pagine e nelle righe, si nasconde tra una parola e l'altra nello spazio di miliardi di libri, nello spazio fisico e in quello immaginario. Per non parlare poi della difficoltà del tempo.."
Oscuro guardò di sbiego Bok, "Sarebbe a dire?"
Bok si schirì la voce, si tolse i Rayban e si versò un bicchiere di latte. Poi proseguì.
"OnceUponATime è il custode delle narrazioni, che siano vere o fantastiche, tutto fa capo a lui. Controlla i flussi del tempo e dello spazio, per questo può cambiare forma come vuole. Normalmente ama presentarsi come un vecchio barbuto, ma spesso lo potete incontrare anche sotto le fattezze di ragazzino. Comunque, non mi avete detto perché lo cercate..."
"Siamo in missione, dobbiamo rintracciare MaryP. Avrai sentito-"
Bok raggelò per un attimo, poi fermò subit SuperS che cercava di spiegare cosa avevano per le mani.
"Basta così. Sono sicuro che Once è la persona giusta. Vi hanno indicato bene."
"Ma vedi, Bok, abbiamo un problema."
"Sarebbe?"
"Be', non sappiamo com'è cominciata la faccenda. è successo che una mattina mi sveglio e trovo questo strano messaggio, scritto su carta, un foglio arrotolato e chiuso con una roba rossa.."
"Ceralacca"
"Ceracosa?"
"Ceralacca... Merda, se hanno usato la procedura, significa che la questione è della massima delicatezza."
"Che vuoi dire?" SuperS si sporse dall sedia su cui era seduto facendo cigolare il legno in modo sinistro.
"Voglio dire, amici, che siete finiti in un bel casino. Se non risolvete l'affare, sarete in un mare di guai. Anzi, peggio... Lo saremo tutti..."
Oscuro e SuperS si alzarono, salutarono Bok che gli consegnò una specie di chiave. Era a forma di cono, piccola e scintillante, serviva per aprire il passaggio che li avrebbe condotti dal Crossing sulla via giusa per raggiungere OnceUponATime.
Una volta usciti dallo studio di Bok, i due si diressero lungo un corridoio color autunno, presero la prima a destra, accompagnati dall'evanescente ragazza che somigliava a un segnalibro, e si trovarono di fronte al passaggio.
Una porta color legno muschiato con una targhetta gialla appesa e leggermente storta li guardava silenziosa.
"Signori, prego, ora potete proseguire da soli. Ricordate, il vostro soggiorno ha una scadenza, saprete quand'è tempo di rientrare guardando la conochiave. A quel punto vi basterà trovare la porta e invertire il processo che state per fare ora. Vi ricordiamo che la conochiave è strettamente personale, in quanto oggetto ottenuto su cauzione e rilasciato dall'autorizzazione del signor Bok in persona, siete pregati di non smarrirla, di non cederla ad alcuno e di restituirla al legittimo proprietario. Grazie per l'attenzione, vi auguro un buon trapasso."
Così dicendo, la giovane donna svanì in un sfrigolare argenteo.
"Ha detto trapasso?"
"Io non l'ho sentito."
"No, Oscuro, guarda che ha detto trapasso..."
"Sturati le orecchie e fai meno la femminuccia. Il cesso ci attende."
"Cos-" SuperS si voltò, guardò la porta davanti a lui e lesse l'etichetta. In effetti, diceva proprio così WC. Era inequivocabile.

Mentre girava la conochiave, Oscuro s'abbandonò a uno strano pensiero.
E se li stessero incastrando in qualcosa di più grande di loro? Qualcosa che non potevano risolvere o capire fino in fondo? Se tutta questa storia fosse solo l'ennesima fantasia di entità impalpabili che giocavano con le vite dei loro personaggi come un burattinaio con i suoi burattini? "Ehi, amico, giri o no?"
Oscuro guardò SuperS, infilò la conochiave nella fessura e disse:
"Tre volte s'è udito il miagolio del gatto tigrato... Tre volte e poi ancora una ha grufolato il porcospino... è tempo, è tempo!"
E di questo mondo più non furono.

4 commenti:

Riccardo Torti ha detto...

mi piace... ne voglio ancoraaaa.... anzi voglio il libro!!!

Ele ha detto...

ahahah, seeee il libro mo! e chi pubblicherebbe na storia così?
be', dai, io ce provo va! :D

Spiridion ha detto...

a sto punto, so curioso di conoscere OnceUponatime...

Ele ha detto...

eh sì, arriva il suo momento nel prossimo capitolo! che se riesco loscrivo sta settimana!! :D