giovedì 12 giugno 2008

La Battaglia di Susy. Capitolo Quattro (Seconda Parte)

Ore 18.00

"Linda, datti una mossa... Dio, non so perchè ti accompagno"
Susy prese le chiavi, un pacchetto di vigorsol, quelle classiche che le altre non si sa se sono gomme o astronavi, e le ficcò in borsa.
Linda era lì che si sistemava quei capelli scomposti che dalla mattina non volevano abbandonarla...
"Arrivo, ho fatto! Cazzo quanto caffè hai bevuto oggi?"
"Caffè? Che c'entra il caffè? Dai, siamo già in ritardo..."
"Ma va, lo Scacco comunque è qua dietro..."
"Non è questo il punto..."
"E quale sarebbe? Sentiamo."
"Niente... Siamo in ritardo. Stop."

...

Un'ora e mezza prima...

Pat stava seduta sul muretto sotto casa di Linda e Susy, fumava una sigaretta arrotolata, ma il tabacco non sbucava fuori, lei le sigarette le girava bene.
Susy si fermò un secondo a spiare l'amica da dietro la grata del portone, Pat aveva sempre un'aria stralunata ma decisa. Lei era una tosta, lo dicevano tutti, e Susy, anche solo per questo, ci credeva davvero.
"Ehi, che fai?" Pat l'aveva intravista...
"Eccomi..."
"Finalmente, ma tu alle sei non devi andare all'appuntamento?"
"Non è un appuntamento..."
"Mmm. Ma te comunque alle sei devi andare allo Scacco, giusto?"
"Sì."
"E devi vederti con Alex per prendere la giacca di Linda, giusto?"
"La giacca non è di Linda. La giacca è tua."
"Io non ho una giacca..."
"No, infatti. Non cell'hai perché ce l'ha Linda."
"...."
"Non è un appuntamento."
Pat la guardò con un'occhiata rapida, felina, poi, sorniona e baldanzosa come lo Stregatto, le fece:
"Racconta..."
"Be', è stato strano, l'altra sera con Alex... lo sai com'è!"
"Non sono fisionomista."
"Non dicevo quello..."
"Ehi, sorella, non ho mica uno scanner al posto degli occhi!Fammi il favore, e continua la cazzo di storia!"
"Quando la smetterai di fare la dura? Guarda che lo so che ti commuovi quando guardi Via col Vento..."
"Via col Vento non si tocca... è un classico, i classici sono sacri."
"Sarà..."
"Racconta, sorella..."
"Uff... insomma, abbiamo parlato poco, be', è stata colpa mia. Ero stanca, avevo bevuto, e poi quando lui ha attaccato bottone per primo, non sapevo che pensare e m'è uscita questa cosa della mezzora di tempo... Merda, sembravo uno di quegli avvocati..."
"Quali avvocati? che cazzo c'entrano adesso gli avvocati?..."
"Niente,lascia stare."
"Scusa. Continua"
E Susy continuò, dicendo che c'era stato qualcosa di strano e magico, e Pat rispose che la magia non esisteva e così finirono a parlare di Harry Potter e delle ragazzine che fanno i cerchi magici per farsi passare i dolori del ciclo...
Adesso erano sdraiate su un prato in un parco vicino casa di Susy, l'erba solleticava le guance e Pat si stava girando una canna.
"Come la giri?"
"Con le dita, odio la macchinetta..."
"No, intendo... cioè, non ci stanno tipo vari modi?"
"Vuoi sapere se giro la cartina a Bandiera?"
"Sì."
"No. Sì. Se vuoi cambio."
"No, figurati, anzi, sbrigati che devo andare. comunque non fumo."
"Secondo te, perchè si dice "a bandiera"?"
"Be', perchè a gurdarla mentre giri, sembra una bandiera..."
"Mmm..."
"Che c'è?"
"Mi sa che l'ha inventata un marinaio, o un pescatore..."
"E perché scusa? Che c'entra la bandiera?"
"Come che c'entra?! la bandiera!"
"ti confondi con la vela, Pat."
"Fa lo stesso, tanto quelli, sono strafatti dal sole... non hanno bisogno delle canne."

Ore 18.15, Lo Scacco
"Muovi il culo!"
"Dai Linda non correre!"
"Dai, è tardi, ho da fare e- Ehi! Guarda là!"
"Dove?"
"Lo vedi quello che fuma, sulla sedia!?"
"Sì... Allora?"
"è il Ghiro, l'amico di Alex!"
"Ah... s'è portato l'amico. che ragazzino."
"Susy, ma non avevate un appuntamento..."
"Sì, sì hai ragione, la cretina sono io... "
"Andiamo."

"Ehi! Siamo qui!"
"Ah, ciao. Dai Su, andiamo vah."
"Vai te, io mi prendo una cosa." Susy si allontanò, cercando in realtà di allentare quella strana tensione che la faceva sentire una cretina.
"Ciao, io sono Alex. Chicca mi ha dato la tua giacca."
"Si si, mi ha spiegato tutto. Oh, grazie mille eh!"
"Figurati"
"Mmm, senti, ma te e l'amico tuo, c'avete impegni domani sera?"
"Maaa, il sabato di norma è una serata jolly. Perchè?"
"No c'è che avrei organizzato una maratona di film..."
"Che film?"
"Mah, alcuni già decisi, altri potete proporli voi... Il tema in teoria ancora non c'è... Se volete, portate quello che vi pare. Tanto, l'indirizzo lo sai. Alle 22. Se vi va passate, ok?"
"Si vedrà, grazie!"

"Susy, li ho invitati per domani."
"Che? Domani?"
"Ma sì dai, avevamo pensato di fare quella famosa maratona di film..."
"Io non mi ricordo nulla..."
"Vabe', non fa niente! Troveremo una soluzione. Adesso aspetta due secondi, vado in bagno e torno!"
Susy si sedette distratta su una delle sedie del bar, di sottecchi, guardò verso il tavolo di Alex e del Ghiro; il Ghiro era lì che le dava le spalle, e Alex, invece, si stava avvicinando... 'Merda. Ok, posso farcela!'

Ciao.."
"Ah, Alex. Ciao!"
"Allora, come va?"
"Bene. Quel tuo amico s'è ripreso dopo ieri notte?"
"Eh, si si, tutto appostissimo. E tu, tutto bene?"
Non c'è male. Allora, bella chiacchierata eh!?"
"Già, mi ha fatto piacere. Se vuoi possiamo replicare anche subito.."
"No, guarda. Ora ho da fare, dobbiamo organizzare tutto per domani sera.."
"Già, immagino. Oh, comunque io ci sono eh!Contaci."
"Come vuoi, alla fine anche io..cioè noi... si insomma Linda s'è decisa all'ultimo..."
"No ma figurati ci sono eccome!"
"Bhe, pensavo sai è sabato magari avevi da fare..."
"IO? No, e poi adoro le cose di film.."
"Maratone."
"Quelle."
"Bhe, allora..ci si vede domani."
"Contaci!"
"Cia'".

Linda arrivò trafelata, il cellulare che squillava irrequieto e con lo sguardo di una che doveva organizzare una maratona di film nel giro di 12 ore, qualcosa di più forse, ma con una nottata di mezzo...
S'era alzato il vento, e mentre Susy rincorreva Linda lungo la via, stranamente sentì i brividi mentre i passi venivano quasi coperti dallo scricchilare delle foglie e dal grido lontano del vento rintanato in camini, anfratti e cancelli di ferro di terrazzi ai piani alti...
Nuovamente, queste sensazioni strambe, vagamente malinconiche e, diciamolo, decisamente melense, le fecero ricordare quanto fosse stata strana quella settimana, quanto gli eventi possono cambiare il corso di un destino...
Un pò come quando, all'improvviso, piove.

5 commenti:

Ele ha detto...

Ok, perdono.
Ci ho messo più del previsto... potrei dire che non avevo idee, ma non è così, infatti due palle non aver tempo per raccoglierle bene!
Ma anche questa volta, il pallottoliere ha girato, i bussolotti sono stati estratti ed ecco qui!
Odio non fare le cose per un certo perido di tempo...
Mi giustifico?
Lavoro... per fortuna! :D

Riccardo Torti ha detto...

"un pò come quando, all'improvviso, piove."

è bello vedere come una frase così semplice possa rappresentare una situazione, atmosfere e riassumere in essa il senso di una situazione, di uno stato d'animo... brava!

Ele ha detto...

grazie... devo dire che questo tipo di commenti mi imbarazza e mi fa insieme sempre molto piacere, perchè vuol dire che con poche parole che magari per me hanno un senso, sono riuscita a trasmettere proprio quello che avevo in mente!

:D

Il Gabbrio ha detto...

Finalmente!

Si legge sempre bene e, forse mi sbaglio, questa volta hai dato qualche indicazione in più sugli stati d'animo dei personaggi!
Brava!
Non farci aspettare troppo adesso!

Ele ha detto...

grazie grazie!
spero di non metterci secoli! :D