venerdì 20 giugno 2008

Pausa...

Il caldo attanaglia i cervelli dei lavoratori accaldati alle scrivanie scivolose...
Chiappe sudate si attaccano e schioccano, sopra sedie di finta qualità e colori ancor più improponibili, targate Ikea o roba simile...
Lampadari a pale cigolano sinistri verso l'afa d'agosto che già si presagisce nel silenzio notturno di cortili assonnati, di pomeriggio, di sera...
La paura di perdersi in qualche periferia romana, in cerca dell'ufficio tot di taldetali riecheggia vecchi film, che se li guardi gli attori ti sembra di conoscerli, ma poi scopri che somigliavano solo al pizzicagnolo sotto casa...
La corsa dietro all'autobus, che per miracolo passa in carriera la fermata, è qualcosa di miracoloso anch'essa... perchè svieni su uno degli untuosi sedili, sbragato fianco a fianco a una vecchietta che non si sa come, forse sempre per miracolo o per grazia divina, anziché essere sudata e appiccicaticcia come te, oppure raggrinzita nelle pieghe del tempo, ti sorride e appare fresca, profumata e soprattutto più sana di mente dei lavoratori accaldati di cui sopra...

Ma... In fondo lo sai, è un caldo che fa l'occhiolino, è un caldo che ancora non ha deciso nemmeno lui da che parte stare... perchè ormai ci penseranno altri... "Salve io..." "Sì, certo, ci mancherebbe, richiami... richiameremo..."

Universi alternativi...
Lì, forse, non fa così caldo...

Passi, suole, piedi...
La strada ti scorre sotto, una lingua di fuoco grigio che trattiene memorie nel tempo, "Ce la faccio, sono solo 5 minuti di ritardo..." "Se non viene, che devo pensare?" "Adesso mi incazzo davvero, adesso monto in macchina e mi trasformo in un super sayan..."

Universi fantastici...
Lì, forse, un sorriso lo fai più spesso...

E nel cielo che è un disegno di bimbo, fatto col pennarello, colore azzurro, nuovo nuovo, giotto scatola da 12, nel cielo tu ci vedi una faccina che ti sorride...
Ma invece sei lì, con le tue chiappe attaccate alla sedia, sopravvissuto a un inverno matto, a una primavera che è sempre corta ecco spiegata la sua fretta, eccoti, pronto per un'estate che ha il colore dell'acqua... ecco che all'improvviso, senti una vocina, vedi dei sorrisi... e guardi il tuo problema diventare piccolo piccolo...

La chiamano filosofia, a volte...
La chiamano ironia, molto più spesso...
Ma poi, alla fine, è solo una pausa, come quella che fai quando volti la pagina di un libro...

5 commenti:

Riccardo Torti ha detto...

asd

Ele ha detto...

come lo devo prendere sto commento? :D

Avevo caldo quando ho scritto...

Spiridion ha detto...

Hai caldo? Si sta così bene.. Quasi quasi accendo i termosifoni che fa freschetto...

Cmq bel pezzo questo, e bello anche il capitolo quarto terza parte dell'arcinota Battaglia..

Ti saluto e nel frattemo mi raccomando eh, non prendere freddo!

Spiridion ha detto...

frattempo, che io so bravo ad ammettere i miei errori..

Ele ha detto...

bravo bravo!
ma il caldo lo puoi provare anche per colpa non del tempo, comunque!
come sempre, grazie dei commenti e dei complimenti! :D

ammettere i propri errori, almeno io la vedo così, significa ampliare i propri orizzonti :D