domenica 2 novembre 2008

MaryP. e il viale senza ciliegi.
(Parte 2)

Oscuro era rintanato nella sua caverna da diversi giorni, le scartoffie aumentavano, sparse a terra come tasselli di un domino che non voleva andare a posto.
Lui, il domino, lo odiava.
Ritagli di giornali, vecchi e nuovi, si intrecciavano con fotografie sfocate, resoconti rubati ai reparti della polizia, identikit tutti diversi.
All'apparenza, era tutto sconnesso, scollegato. Colpa dei computer, ormai facevano di testa loro e il caso era tra i più difficili mai affrontati.
'In fondo io non dovrei essere qui', pensava sconsolato mentre sorseggiava un consunto bicchiere di J&B, 'Cazzo, ma non lo sanno che sono in pensione? E poi, quei vecchi bacucchi, perchè cavolo avranno chiamato proprio me?... Anzi, perchè hanno chiamato noi due?! Io quel coglione con la tutina proprio non lo sop-'
Il telefono squillò.
"Seee?"
"Oscuro? Sei tu?"
"E chi altri? SuperS, che vuoi?"
"Ero in pensiero."
"Sono ancora vivo, tranquillo..."
"Non ero in pensiero per te."
"No, certo che no... Spara."
"Ma tu le pistole non le odiavi?"
"..."
"Okay, senti, qualcosa non quadra. Stavo riguardando i dati che abbiamo raccolto. Ci sono troppi buchi, salti nel tempo che non tornano. Te ne sarai accorto, vero?"
"Per chi mi hai preso? Tu avrai anche i tuoi strafottuti poteri da alieno, ma io ho un cervello centopercento umano, cazzo."
"Sì, ed è meglio non dire quanti anni hai, viso pallido!"
"Dimmi quello che mi devi dire e tagliamo corto, il tempo stringe."
"Ti sei chiesto perchè hanno chiamato noi? Voglio dire, che c'entrano due come noi con questa storia? Sì, insomma, due del nostro mondo, del nostro ambiente..."
"Primo, io non sono del tuo mondo, che se non sbaglio, o forse sì, non esiste più. Secondo, sì bello, me lo sono chiesto eccome. E lo sai cosa penso?"
"No."
"Penso che non lo sapremo mai perchè hanno deciso così, ma non abbiamo scelta, ti pare?"
"No..."
"Bene, ora, se non sbaglio abbiamo un lavoro da fare e lo faremo, cazzo. L'hai contattato?"
"Ma non dovevi chiamarlo tu?"
"Oh Gesù, non dirmi che non l'abbiamo chiamato?!!!"
"No."
"Merda."
"..."
"Vabene, richiama tra dieci minuti. E tieniti preparato."
Oscuro estrasse una minuscola agenda da sotto un cumulo di giornali, la scartabellò un secondo e poi digitò tre cifre.
"Arden Edition, cosa posso fare per lei?"
"Sì, ehm, salve. Sto cercando il signor Puck."
"Ehm, chi devo dire, prego?"
"Pupa, meglio se non dici niente."
"Attenda in linea."
'Merda, ora mi metteranno in attesa e ci scommetto ci passo la giornata...'
"Signore?"
"Sì?"
"Il signor Puck non è reperibile al momento. Ma può trovarlo più tardi, altrimenti provi al Vesuvio."
"Al Vesuvio?"
"Sì, ha presente? Il Vesuvio, sì, ehm, insomma, quel pub di Frisco..."
"Ah, quel Vesuvio."
"Chieda prima del signor Kerouac."
"Grazie mille."
Oscuro scartabellò di nuovo l'agenda e fece un numero di Frisco.
Il signor K. gli disse che Puck sapeva già che lo cercavano e che gli avrebbe riferito l'ora e il luogo dell'appuntamento perchè adesso era troppo sbronzo di idromele per poter rispondere al telefono.
'Be', almeno questa è andata liscia', pensò Oscuro decisamente sollevato.
'Ora devo solo chiamare Supercoso e dargli l'appuntamento. Cristo... Ma se la cambierà quella tutina ogni tanto?'
Il campo da calcio ai confini del tempo.
Ora stellare: sconosciuta.
Il campo da calcio ai confini del tempo era un campetto di periferia, amatissimo dai ragazzini del quartiere che là dentro si sentivano i re della sfera e i soli padroni dei loro destini.
Ma era lì che spesso venivano fatte le riunioni più strane, gli incontri più bizzarri, e così la sua fama s'era resa nota col tempo, tanto che da quando i 12 si riunivano, dai tempi dei tempi, quel posto era diventato affollato e qualcuno aveva deciso di farci un parcheggio nelle vicinanze, tanto per agevolare la situazione.
Oscuro e SuperS arrivarono praticamente insieme, ognuno col suo mantello sfrigolante.
Era l'imbrunire e i due detective erano in ritardo, ma Puck non si vedeva.
"Secondo me non verrà."
"E perchè non dovrebbe?"
"Rischia grosso."
"Lo dici solo perchè Spazzacazzi ci ha rimesso la pelle. Sai che a Puck non possono toccarlo."
"Spazzacavoli. E comunque non sono sicuro, e se invece lo prendessero di mira? Se Lui, lo scoprisse?"
"Stronzate da frocetto. Puck è furbo, ha imparato a nascondersi bene, nessuno lo troverebbe."
Arrivò alle spalle, lesto come una lepre e sfavillante come una lucciola.
Puck era tutto meno che una creatura normale; basso di statura, con piccole gambette da capro sembrava proprio un fauno malriuscito, come se l'avesse partorito la mente di chi un fauno non l'ha mai visto. E forse era proprio così.
"Eccovi, signori
Miei pavidi avventori."
"Oh cazzo!" Oscuro fece un salto.
"Salve a te, Puck, folletto del bosco."
"Folletto un cavolo,
le fattezze io ho del diavolo!"
"Senti frocetto, smettila di zompettare e ascolta quello che abbiamo da chiederti. Conviene a tutti se ti sbrighi e rispondi preciso."
"Ehi, non c'è bisogno di trattarlo così, Oscuro."
"Tu fatti i fatti tuoi, Supercoso."
"Via via, non litigate per colpa mia.
Se serve sapere segreti sconosciuti
dalla persona giusta siete venuti."
"Lo sai benissimo perchè siamo qui", Oscuro si stava spazientendo e la catilena del nanerottolo non aiutava a calmare la situazione.
"Dite e risposto vi sarà di certo
che quel che succede Puck lo sa per certo."
"Hai fatto una ripetizione."
"Cosa? Ma che dici?!"
"Ehi, SuperS, è vero che ha fatto una ripetizione?"
"Eccome."
"Dannazione! E va bene, parlerò normale. Allora, mi dicono che siete sulle tracce di MaryP., bel guaio davvero."
"Perchè?", chiesero i due all'unisono.
"Sapete chi vi ha ingaggiato?"
Oscuro guardò di traverso SuperS.
"All'incirca, ma non è questo che conta. Abbiamo un lavoro da fare e lo faremo, a quanto pare non abbiamo scelta. Ma tu, nanetto, lo saprai già, ci scommetto."
"Ah, bella rima, teatrante dal volto coperto
Ma bada, sta attento, che il mio padrone è assai esperto."
"Dacci un taglio."
"Be', so che avete fretta e non vi farò perdere altro tempo. MaryP. non la vedo da parecchio, eravamo amici, più o meno... Ma è stato molto tempo fa. Ah, se il mio signore sapesse dove mi trovo... Ma cosa dicevo? Ah sì, la ragazza, voci di fata mi dicono, è stata nei paraggi da poco, ma non l'ho incrociata. Il Vento del Nord dice che l'ha costretto a dargli un passaggio ma che non sa dire di preciso dove, dovreste parlare con lui, forse."
"Tu che ne pensi, SuperS?"
"Dico che andare dal Vento del Nord è inutile, sappiamo da che parte sta, non ci aiuterebbe mai. Nemmeno se gli dicessimo chi ci ha incaricato."
"Ma noi non lo sappiamo chi ci ha incaricato..."
"Appunto."
Puck, sorridendo, continuò.
"Ragazzi, siete in un bel guaio. Hihihi, cosa vi blocca il cammino?"
"Abbiamo paralto con Spazzacazzi, è morto. Ci ha detto poco. Troppo poco. Abbiamo dei buchi temporali, capisci, come se mancassero pezzi della storia."
"Se cercate informazioni sul passato so io dove mandarvi. Il Cantore è l'uomo che vi ci vuole. Ahimè, io posso solo dirvi che è infuriata, determinata e assai pericolosa. MaryP. è a caccia, amici. Per questo hanno chiamato voi."
"Sì, sì, senti, dove lo troviamo questo Cantore?"
"Oh, OnceUponATime è una creatura misteriosa, cambia spesso ambiente, aspetto, è il signore del tempo e dello spazio, vaga nel mondo a suo piacimento, lui disfa e poi crea."
"Come le Norne?"
"No. Le Norne erano tessitrici."
Oscuro guardò SuperS incazzato e divertito insieme.
"Be', te l'hanno fatta loro quella tutina del cazzo?"
Puck spiegò ai due cavalieri dove trovare OnceUponATime, o almeno dove si trovava l'ultima volta, qualche secolo prima. Probabilmente era ancora lì, ingrigito dal tempo ma pur sempre svelto e con l'animo da ragazzino.
'Il Cantore, era tanto che non sentivo una stronzata del genere. Ma d'altra parte, sono figlio di un'altro tipo di destino scritto, cose così sono alle radici delle nostre radici. Forse SuperS ha ragione, veniamo davvero da un altro mondo... Anche se, in fondo in fondo, ancora non ne son tanto convinto.'
"Ehi."
"Ehi."
"Allora, dobbiamo partire."
"Già, niente teletrasporto."
"Telecosa?"
"Non so..."
"Come non so? Ma che dici?"
"Te lo sto dicendo, non lo so."
"Okay, non preoccuparti, ho capito."
"... Be', l'importante è questo no, ora sappiamo dove andare."
"Già... Seconda a destra, poi fino al mattino, mi pare."
Oscuro alzò lo sguardo al cielo, una colata di nero fuso a pois bianchi fatti male e sparsi a casaccio.
Poi, fulgido, l'attraversò un pensiero...
"E uscimmo a riveder le stelle..."

3 commenti:

Ele ha detto...

come al solito questo cavolo di blog fa i capricci... anche stavolta mi si mangia gli spazi tra un pezzo e l'altro... Spero leggendo si capiscano lo stesso.
Uno, quello più importante, lo segnalo, sta a Il campo da calcio ai confini del tempo.

Scusate l'inconveniente :D

Riccardo Torti ha detto...

ma quanto mi piace?! un casino

Ele ha detto...

hihi, grazie! e grazie dei consigli per l'evoluzione...
Aspettatevi cose strane :D