sabato 20 febbraio 2010

Sierra

Seguite anche lei!

Non riuscivo a capire a che punto fossi. La mia vita e la mia strada mi avevano portato fin là. Ma il bello stava per cominciare.

Mi avevano beccato ed ero sola. Ricordo che per un attimo mi venne voglia di piangere, gridare, poi sentii solo l'acciaio gelido della mia katana.Allora seppi cosa dovevo fare. Mi alzai, Gin era a terra, morto. Vicino a lui c'era uno dei cattivi, gli tolsi la pistola dalle mani insanguinate e rubai un caricatore, 'Qualche pallottola in più mi farà comodo'. Non c'era tempo da perdere: Eco era sparita e io sarei morta.
Da piccola volevo fare la principessa, l'avevo scritto in un diario. Non so perché ripensai a quel fatto. La mia vita, quella di prima, non esisteva più da troppo tempo. Dicono che il diario è come un amico di cui puoi fidarti, io avevo solo la mia katana, e miei muscoli e il mio cervello. Uscii di corsa dal caseggiato, rubai una macchina... in paese erano tutti morti. Fu allora che mi accorsi del silenzio. 'Bingo'.
Tequila. Ma certo. Poteva essere solo lui. Due anni fa mi aveva scaricato durante una missione ed era sparito. Ora eccolo lì, con un sombrero, un poncho e quel sorriso per il quale uccideresti. "L'hanno presa", intendeva Eco. "Muoviamoci, mi spiegherai dopo". Tequila era uno di poche parole. Per fortuna. Avviai il motore e lui saltò su; non avevo alternative: dovevo raccontargli tutto, altrimenti avrei perso la pietra.
Era notte quando accadde. Dormivamo nell'auto, fuori la notte del deserto. sentii un rumore, non so cosa, ma per sicurezza svegliai Tequila e misi in moto. L'auto non partiva. 'Merda'. "Sierra, fa silenzio". Restammo in ascolto: niente. All'improvviso qualcuno, qualcosa, saltò sul tetto dell'auto e in un modo o nell'altro riuscì a squarciare la carrozzeria. Tequila fece per scendere ma lo fermai "Scappiamo, cazzo".
L'auto era miracolosamente ripartita, ma non avevamo una meta e ci serviva aiuto.Tequila aveva uno strano aggeggio, disse che ci avrebbe portato dagli altri, che saremmo stati al sicuro. Non mi fidavo di quel bastardo, ma non c'era tempo da perdere, dovevo fidarmi di lui. Sfrecciavamo nel deserto veloci come il vento quando lo guardai di traverso e vidi che continuava a fissare una bussola, "Che roba è?" Sorrise.
"Ci tirerà fuori dai guai.Guarda laggiù" In lontananza vidi le sagome di alcune abitazioni e dei furgoni. I nostri. Com'era possibile? Eco era con loro?Quando scendemmo dall'auto, Raven ci venne in contro sorridente e disse che ci aspettavano.Avevamo giusto il tempo per darci una ripulita, saremmo partiti alle prime luci."Dove l'hai presa quella bussola?" "E' un segreto" Tequila era sempre troppo misterioso.
Un bagno caldo,seppur non dei migliori in quelle condizioni,servì a schiarirmi le idee.Se non trovavo Eco, avrei perso la pietra,ma perché avevano preso lei?E da dov'era saltato fuori Tequila?Lui non c'entrava con quella storia.Avrei voluto capirci di più;mentre stavo lì a rimuginare entrò Tequila."Scusa,non sapevo che eri ancora qui".Sorrisi"Certo, come no".Problemi.Li avrei risolti dopo.Ora volevo soltanto lui.
Le cose capitano sempre in fretta.Tequila non fece domande ma io dovevo sapere.Gli chiesi spiegazioni e mi disse che era venuto per me.Sapeva della pietra,sapeva che ero l'unica a poterla custodire,sapeva che sarei morta piuttosto."Chi ti ha dato queste informazioni?Cos'altro sai?""Alice, so tutto".Erano secoli che qualcuno non mi chiamava così.Allora era vero,mio nonno non mentiva.Ero l'unica.L'ultima.Che ironia.
Non risposi.Ripensai ai Custodi,alle storie che giravano sulla pietra.Non ci avevo mai creduto.Diavolo,ero una cacciatrice,una ricercatrice,un agente in missione,ma mi resi improvvisamente conto che in quel modo tornava tutto.Mio nonno,mio padre,tutta la mia vita aveva senso.Beh,tranne che ero sempre sola."Non ti preoccupare.Sono qui per aiutarti".La voce di Tequila suonò lontana,distante,ma sapevo che non mentiva.

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