venerdì 18 gennaio 2008

La Battaglia di Susy. Capitolo Tre. (Prima Parte)

Giovedì ore 10.00

La lezione era appena cominciata e Susy già non sopportava il fastidioso chiacchiericcio delle comari in terza fila, il grasso ammasso untuoso seduto due posti più in là e quella poltiglia bianca che si cominciava a formare all'angolo sinistro della bocca della prof. bicenternaria.
Insomma... qualcosa di cui sparlare.
Stranamente il sonno sembrava più interessante della vita di... di qualcuno che non riusciva più a focalizzare...una specie di camice, una camicia, no, no era una maglia nera...stella rossa...

La maglietta consunta dei Clash era entrata a forza nel sogno di Susy, ed era chiaro il perchè.
Alex ormai occupava i suoi pensieri in modo ambiguo e curioso, come quando ti provi una di quelle maglie strane che non sai nemmeno come si mettono... In quei casi che si fa? a)se la commessa è normale e non completamente fuori di testa, si chiede una mano, b), che poi è la migliore.., si rimuove l'immagine di quella maglia pensando: "Che la provo a fare?Mi sta male, e poi che cazzo fanno ste mgliette che la mattina vai di corsa e devi pure ricordarti di infilare prima la gambe per... insomma, vabe'..ci siamo capiti!
A ogni modo, Alex e la sua maglietta erano entrate nell'intimità della mente di Susy; mentre sognava e si rendeva conto di questo fatto strano, Susy capì che se l'avesse raccontato a Bea quella sicuro c'avrebbe ricamato su per tutta la sera, se lo diceva a Linda non si sapeva mai come finiva, ma di certo c'era che quando doveva riflettere la canna in una mano e il posacenere nell'altra erano d'obbligo. Pat, d'altronde le avrebbe risposto da donna vissuta...Ma lei in fondo, era Pat.
Comunque ilsogno s'infranse quando la gallina numero due in terza fila si alzò e ancheggiando tra le file di sedie, cercando di rimanere in equilibrio e usando, per farlo, la quantità di grasso accumulata sui finachi larghi, la urtò chiedendole poi uno "Sccuuusa, non avevo visto che dormivi!" ovviamente detto ad alta voce così che parte della fiducia che il visino di Susy ispirava ai prof, e in particolare a questo, sarebbe stata completaente inutile il giorno dell'esame, quando, di sicuro, questa frase avrebbe riecheggiato nella testa del professorone universitario mentre l'ignara studentessa entrava col malloppo di libri, pronta a farsi steccare...
C'era poco da fare.
La botta l'aveva risvegliata, ma il sogno era ancora lì, vivo e vegeto.
Alex e la sua maglietta erano stranamente affascinanti, ma in fondo era un sogno! oh magari no?! e se fosse stato un rpesagio? o una profezia, che arriva nei momenti più inaspettati?

Finita la lezione, Susy aveva decisamente bisogno di una dormita, ma il suo bisogno di caffeina era talmente forte che non riusciva a decidere, senza contare anche il fastidio di questo sogno a occhi aperti che l'aveva completamente distolta dalla percezione della realtà.
Il bar quasi non se lo ricordava, il cappuccino con panna sì.
Per un istante, mentre la barista, tipa carina davvero, preparava la liquida bevanda, Susy aveva distrattamente guardato fuori, la strada, la gente che passava, i tavolini...
C'era un tipo strano, chino sopra un librone che aveva una copertina vagamente familiare...
Dormiva, oh forse era sprofondato nel libro, come se quello in un momento di lucidità avesse azzannato il suo aguzzino per nutrirsi lui, per una volta, invece di nutrire gli altri con la sua conoscenza...

"'Sta là da un pò." fece la barista ammiccando.
"Ma chi?"
"Il tipo che dorme sul libro."
"Dici che dorme?"
"Certo che dorme, chi non dormirebbe sopra un libro così grosso?"
"Ma i libri si leggono!Mica ci si dorme..."
"Guarda che lo so, carina, e d'altra parte adesso fanno anche i cuscini che si leggono, sì, tipo come le magliette..."
"Quanto ti devo?"
"Se vuoi niente."
"Ehm, come niente?che significa?"
"Lo sai he facciamo?"
"No."
"Certo che non lo sai! Non ho ancora aperto bocca!"
"..."
"Vabe', che facciamo allora?"
"Facciamo che quel tipo lo paga lui il tuo cappuccino!"
"ma perchè poveraccio. e poi non se ne accorge che gli segni una cosa in più?"
"Fidati, quello è talmente partito che non se ne accorge"
"Sembra che lo conosci"
"Ah sì, li conosco i tipi come lui, ti fanno i complimenti, ti dicono due versi di poeti francesi e bam!"
"Bam?"
"Ti ci ritrovi a letto e ti domandi: Perchè continuano tutti a scegliere Baudelaire per le loro cazzo di sviolinate melense?"
"Ahahaha hai ragione sai!"
"Lo so."
"Be', allora sai che ti dico, io mi prendo anche un gelato"
"Fanno 2.50."
"come scusa?"
"Be', che credi che non lo paghi il gelato?"
...

A casa non c'era nessuno, Linda era a lezione anche lei. Aveva fatto la spesa.
Verdure strane erano ammassate sul tavolo in buste di cartone marrone, di quelle simili a quelle per le caldarroste. Solo che non era inverno, o almeno non faceva così freddo da mangiare le caldarroste.
Susy si buttò sul letto, stanca e ancora stordita dal sogno appena fatto.
Chissa poi perchè aveva sognato Alex proprio in quella stessa stanza, che reggeva una coprta in mano.
Ma soprattutto, non era possibile che sognasse proprio lui, e tantomeno con quella maglietta piena di buchi...
Chissà, magari non la lavava quasi mai, tipo i cimeli portafortuna...
Certo...
Però..
Fica la maglia dei Clash.

2 commenti:

Riccardo Torti ha detto...

attesa lunga ma ben ricompensata!!!

Ele ha detto...

eheh tra una traduzione el'altra trovo il tempo!