mercoledì 10 ottobre 2007

Kiwi


Si chiamava Kiwi.
O almeno così la chiamavo io. Io il suo nome vero non me lo ricordo, ma Kiwi mi piace.
Sa di verde. E di qualcosa di vagamente esotico.
Lei non era affatto verde; vestiva di nero e viola, ed era bianca come un cadavere, come in quei film dove ci sono cadaveri.
Aveva un impermeabile con dei grossi bottoni e una cinta; le stava male, l'allungava come una giraffa e la faceva sembrare una sottile ombra addensata non si sa in quale modo.
Ricordava vagamente l'ombra di Peter Pan, quella del cartone Disney.
Da piccola mi piaceva, ora non mi piace più.

Kiwi aveva queste scarpette tipo ballerina, come vanno adesso; anche quelle nere. Con un bordino bianco tutt'intorno.
Una canottiera viola acceso che le risaltava il pallore della pelle.
Non aveva molto seno, era magra come un manico di scopa. A dire il vero, Kiwi sembrava un manico di scopa. Con quei capelli lunghi e rovinati da troppi lavaggi, la frangetta appiccicata sulla fronte e tutta storta.

Ma Kiwi, di cui no ricordo il nome, si chiamava così per una pura casualità e quella sensazione di esotismo che si nasconde dietro il nome, lei se la portava dietro, da paesi lontani.
Viaggi?
Forse.
Kiwi veniva da quella parte di mondo che non è di nessuno, era figlia dei tempi moderni, certo, ma in lei si manteneva vivo quel senso di libertà che tutti cerchiamo, disperatamente.
Kiwi lavorava per un qualche ente artistico, o che si occupava d'arte. Se fosse stata ricca, avrebbe comprato certo uno di quei quadri che tutti conosciamo, uno di quelli di cui abbiamo la stampa, pagata 20 euro, attaccata in casa.

Kiwi Carota.
Un nome buffo. Il suo nome buffo.
Quel giorno eravamo frastornati ma lei sembrava la più calma. Pareva attendere il momento in cui qualcosa di diverso sarebbe accaduto. Un po' come il kiwi aspetta di essere mangiato una volta raccolto.

Non ricordo come si chiamasse veramente, ma Kiwi Carota aveva qualcosa che nessuno di noi, in quella stanzetta, poteva capire.
Kiwi Carota era l'immagine esotica e un po' distorta di un sogno fatto tante notti prima.

Spero di sognarla ancora, la mia Kiwi Carota.

2 commenti:

Riccardo Torti ha detto...

suicidio e lesbismo... inizio a preoccuparmi!

Ele ha detto...

ahahah no ma che lesbismo...

ahahah però, non ci avevo pensato a questa interpretazione!!!

comunque per la cronaca..Kiwi è una mia compagna di corso al British...non ti sto a spiegare perchè si chiama così, ma posso dirti che io sono nota come Apple Tomatoe...e poi c'è gente che dici che non ci si diverte a studiare!!